Bello. Come molti degli
spettacoli a cui ci sta abituando "Spazio 47". Luca Angeletti regge
un monologo ricco di tenerezza e di drammatica poesia. Il mondo visto dagli
occhi di un ragazzino, con un linguaggio a tratti mutuato da quello del giovane
Holden, il capolavoro di Salinger. E come Holden il protagonista di
questo spettacolo, scritto da Daniele Prato, non giustifica il mondo dei
grandi, fatto di convenzioni, di mancate risposte a ovvie domande, di brute
reazioni a semplici accadimenti. Un bambino che pensa come un adulto, ma dal
cui universo si distacca con spietata consapevolezza, perché già ne comprende
appieno i contorti meccanismi.
Roberta Angeloni
Roberta Angeloni
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