Finalmente il corpo. E’ questo il primo pensiero all’uscita
del teatro Spazio 47, che ha visto protagonista l’attore Lele Tammeo in uno
spettacolo scritto insieme a Gianna Martino e che è possibile vedere fino a domenica. D’altra parte in uno spettacolo di mimo è
solo il corpo che parla, trasmette emozioni, suscita la risata, lo sconcerto,
il pianto. Perché ciò accada è necessaria una tale maestria che davvero non è
facile incontrare a teatro. Lele in
questo è un maestro. Infilato nei panni di un clochard dall’animo semplice e trasognato,
ci ha condotto, con le sue visioni oniriche e allucinate, in un viaggio che
attraversa la storia del mondo e dell’uomo, dove il naturalismo originario viene soppiantato
dalla manipolazione scellerata , dall’utilitarismo, dalla cecità , dall’ego,
dal desiderio di distruzione. E dunque si arriva alla rappresentazione di una
fine senza scampo, nella quale sembra che il sipario si debba chiudere, quando
invece, inaspettata, ecco che arriva la rinascita, narrata con
immensa delicatezza, e che libera lo spettatore dal crescendo di angoscia davvero molto toccante. Come in ogni catarsi che si rispetti, il monito di speranza e
di ritorno alla visione naturalistica della vita chiude con vigore e strappa
applausi di gradimento. Assolutamente da vedere.
R. Angeloni
Lele sei un grande ti porgo tutto il mio rispetto. Roby
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