Si è conclusa domenica sera la collettiva dei più accreditati artisti apriliani, un evento unico nel suo genere, voluto fortemente dall'Associazione Arte Mediterranea, che opera ad Aprilia da diversi anni. Il luogo dell'evento ha lasciato molto a desiderare: la Sala Manzù, nascosta agli occhi dei visitatori casuali, è la spina nel fianco di una città che fa fatica a imporsi con quello che ha di più grande: le risorse umane. Un luogo più visibile, più grande, (più bello e funzionale, aggiungiamo noi), è quello per cui si sente un grande vuoto, in una città che tocca gli ottantamila abitanti e che vive solo grazie alle tante iniziative culturali che faticosamente, con poche risorse, aprono le loro porte al mondo. Una città che balza agli occhi di turisti per caso ( già, perchè qui non si viene per turismo) solo per la grande quantità di cemento, per l'immenso cumulo di rifiuti che spesso giacciono ai bordi delle strade di periferia, per molto altro degrado di cui qui non vogliamo parlare.
Se le Isituzioni arrivassero a comprendere che basta davvero poco per trasformare Aprilia da una città improbabile in un mondo non solo possibile, ma bello da vivere, basta poco: imparando da tanti piccoli e sconosciuti comuni italiani . Come? Semplice: creare un evento: un concorso cinematografico, o teatrale, o letterario, o di arte figurative.O tutti questi insieme. Dandogli la giusta importanza, naturalmente, che non sia appannaggio di una piccola associazione che non ha risorse sufficienti per un grande evento. E si sa, che per reazione a catena, si avrebbe una ripercussione positiva anche sul settore turistico che, praticamente, non esiste.
Le Associazioni aspettano, ormai da anni, un'attenzione "diversa". Le Istituzioni hanno l'oro e non lo sanno. La comunicazione tra Istituzioni e la gente non c'è, checché se ne dica. Stiamo tornando indietro, come prima. Cominciamo dalla comunicazione, poi tutto diventa più facile. Difficile farlo capire. Difficilissimo.
Roberta Angeloni
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